Sui primi tre numeri di Outdoor Magazine del 2023, abbiamo pubblicato “La Carica dei 101”, la nostra inchiesta esclusiva che coinvolge 101 negozi di outdoor in tutta Italia.
L’indagine ha delineato un quadro sull’andamento del mercato del 2023 attraverso la voce di punti vendita selezionati. Sulla base di quanto emerso abbiamo elaborato delle domande che consentano ai brand di fornire il loro punto di vista e rispondere a eventuali problematiche espresse dai retailer per un confronto costruttivo a favore del mercato.
Seguono due delle interviste realizzate, per leggere l’inchiesta completa andare a pagina 16 di Outdoor Magazine 05.
Le domande
- Fatturato 2023: 29 negozianti hanno dichiarato di aver chiuso l’anno con un calo, 40 stabile e 32 in crescita. Per voi come è stato il 2023 in termini di fatturato?
- Com’è iniziato il 2024, riuscireste a fare un primo bilancio di metà anno?
- Molti negozianti hanno segnalato come una delle problematiche più ricorrenti del 2023 la concorrenza online, spesso attuata direttamente dai siti del brand o da marketplace. “Negozianti e brand dovrebbero essere partner e non concorrenti”. Come rispondete a questa affermazione? Come potete limitare la concorrenza online?
- I negozianti sono il vostro contatto diretto con il pubblico finale e sarete felici di sapere che hanno individuato un aumento dei praticanti di sport outdoor? Anche voi percepite lo stesso?
- 67 negozi hanno dichiarato di aver registrato accumuli di magazzino e molti di loro hanno affermato di dover ordinare meno nel futuro. Questa intenzione si è concretizzata? Com’è andato o come sta andando quindi il sell in della FW 24/25?
- Qualche negoziante lamenta il fatto che i brand richiedano sempre più ordini anticipati con il conseguente rischio di poter prevedere correttamente le vendite di quella collezione. Avete anticipato la fase degli ordini? Qual è il motivo? https://filoblu.com
- Qualche negoziante lamenta assenza di supporto (concessione di resi o dilazione di pagamenti) da parte dei brand nei casi di eccessivo overstock. Cosa rispondete loro?
- Nella nostra inchiesta è emerso quanto le occasioni di test prodotto con il pubblico finale siano una chiave molto proficua per l’aumento delle vendite. Cosa ne pensate? Avete attivato o attiverete iniziative di questo tipo? In autonomia o in collaborazione con i negozi?
- I clienti sono sensibili ai temi della sostenibilità, ma non sono disposti a spendere di più. I driver di scelta sono altri (prezzo,caratteristiche tecniche, estetica, ecc): questo quello che è emerso in molte risposte dei retailer. Cosa ne pensate e quali azioni realizzate per promuovere la scelta di prodotti a minor impatto ambientale? Cosa deve ancora cambiare per far sì che la sostenibilità diventi un driver di scelta d’acquisto?
- Quali sono le aspettative per il 2024? 40 negozi prevedono un aumento del fatturato e 36 stabilità. Anche secondo voi il 2024 sarà l’anno della ripresa? Siete ottimisti a riguardo? Che previsioni fate a lungo termine?
- Che consigli fornireste ai negozianti per emergere nel futuro?
- Avete altre considerazioni / commenti?
Le risposte
Millet
Herve Sergio Locatelli, Sales & Martketing Director di Millet
- Il nostro fatturato 2023 è stabile rispetto al 2022. L’obiettivo era come sempre quello di crescere, ma visto che il 2022 era stato un anno eccezionale grazie all’ondata post Covid, riuscire a mantenerlo per noi è un ottimo risultato.
- Molto difficile dirlo al momento: i saldi sono andati molto bene, con molti riordini dei prodotti fall-winter, ma stiamo consegnando la collezione spring- summer e i dati di sell out al momento in nostro possesso non sono molto positivi. Non è ancora possibile fare un bilancio.
- Certo vendendo sul nostro sito ufficiale siamo sicuramente dei concorrenti, ma non sleali, non giochiamo alla guerra dei prezzi. Proponiamo prezzi di listino tutto l’anno su prodotti di alta gamma e carryover e durante i saldi stiamo molto cauti nel fare sconti. Rispettiamo il mercato e i nostri clienti.
- C’è stato il boom post Covid e la gente, seppur molta è tornata alla vita di prima e alle vacanze al mare, va ancora in montagna lo vedo sui sentieri e nei rifugi, ma non vedo al momento una crescita ulteriore.
- Si è concretizzato e gli accumuli ci sono anche nei nostri magazzini. Nel 2022 c’era una mancanza di prodotto e vi erano molti ritardi di consegne quindi in tantissimi hanno fatto acquisti più elevati per non rischiare di rimanere senza. Purtroppo il sell out non ha rispecchiato il sell in. Soprattutto per la categoria calzature, i negozianti hanno comprato una consistente quantità sulla base dei numeri post Covid ma i nuovi praticanti non comprano scarpe ogni anno.
- Già nel 2021 abbiamo anticipato le date, al massimo di un mese, rispetto al passato per essere sicuri di avere prodotto disponibile per tempo visti i problemi di trasporto e di sovrapproduzione nelle fabbriche soprattutto in Asia.
- Non è il nostro caso, il cliente ha sempre la possibilità di fare ordini più tardi (per esempio a settembre per una collezione spring), ma ovviamente non avrà le stesse condizioni di chi acquista nelle tempistiche corrette per il lancio di produzione e che premiamo con una scontistica specifica e dovrà adattarsi a quanto rimasto in magazzino. Chiediamo uno sforzo soprattutto ai clienti più importanti e a loro garantiamo il diritto di reso o la possibilità di cambiare l’ordine effettuato per un mese. Siamo sempre stati flessibili.
- Dipende dalle categorie strategiche per l’azienda, per l’abbigliamento non proponiamo dei test. Dal 2023 è molto importante il trail running, abbiamo lanciato prodotti nuovi e ne lanceremo nel 2025 quindi promuoviamo test calzature nei negozi e questo ci aiuta a supportare il sell out.
- Deve cambiare la mentalità del consumatore che va anche educato a non cercare sempre il prodotto al prezzo inferiore (seppur comprensibile vista la situazione economica), ma quello piu longevo e di qualità. A livello aziendale e di prodotto adottiamo diversi comportamenti sostenibili che per noi sono imprescindibili, ma non sono oggetto di comunicazione perché viene percepito spesso come greenwashing. Mettiamo però a disposizione tutte le informazioni ad essi correlate.
- Speriamo di chiudere ancora in modo stabile, non prevedo un aumento del fatturato. La crescita rimane il nostro obiettivo aziendale e facciamo di tutto per raggiungerla, ma vista la situazione attuale non credo sia possibile.
- Secondo me dovrebbero ascoltare un po’ i consigli dei brand. Noi abbiamo informazioni sul mercato e sulle tendenze prima di loro. Loro invece hanno dati di sell out del presente ed è difficile pensare a quello che sarà il futuro e questo li blocca anche nell’ordinare le novità. Il negoziante dovrebbe avere più apertura e visione a lungo termine e affidarsi un po’ più a noi come loro partner.
Aku
Fabio Furnaletto, Sales Manager AKU
- Il 2023 è stato per AKU l’anno record di sempre superando il risultato del 2022 che era stato a sua volta un anno record.
2.Il 2024 non sta seguendo la tendenza degli anni precedenti. Era previsto e l’abbiamo già riscontrato con gli ordini per la SS24 che si sono ridotti a causa dell’alta giacenza di prodotto nei magazzini dei negozianti, e non solo.
3.La logica risposta alla domanda posta è che concordiamo al 100%: negozi e brand non sono concorrenti e dovrebbero, per AKU devono, esssere partner. Per quanto ci riguarda, infatti, siamo e vogliamo essere sempre più vicini ai nostri clienti offrendo il massimo supporto per tutte le azioni che possano portare miglioramenti dei rapporti e del business per entrambi. Bisogna considerare però che un sito internet è globale e ha più visibilità di una vetrina fisica. È perciò logico che un’azienda cerchi di sfruttare questa visibilità per comunicare il proprio Brand a più utilizzatori finali possibili. E questo è un vantaggio anche per lo stesso negoziante.
4.Sicuramente sì. La pandemia, che ormai sembra molto lontana, ha fatto avvicinare al mondo
outdoor moltissimi nuovi praticanti e ha fatto appassionare chi già lo era. Di tutti i neofiti molti sono rimasti, facendo crescere il numero totale.
5.Confermo che i livelli di magazzino presenti nel mercato non hanno portato a sell in all’altezza delle stagioni precedenti. Era abbastanza facile prevederlo.
6.Le problematiche di approvvigionamento dovute alla pandemia hanno portato tutte le aziende ad
anticipare le campagne vendite. Onestamente ora, pur se alcuni problemi di approvigionamento e produzione persistono ancora, siamo tornati a tempistiche “normali”. Il fatto di avere la produzione della maggior parte dei nostri prodotti in fabbriche di proprietà ci permette di essere meno rigidi con le tempistiche anticipate.
7.Non credo che questi negozianti intendessero come “assenza di supporto” il fatto di avere incondizionatamente la possibilità di reso dell’invenduto o il rimandare sistematicamente i pagamenti dovuti. Questo non sarebbe più collaborazione, ma “scaricare” sul produttore tutti i rischi d’impresa. In AKU paghiamo puntualmente i fornitori e facciamo approvvigionamenti di
materie prime per la maggior parte molto prima della raccolta ordini. Sempre con l’obiettivo di “vincere entrambi” abbiamo flessibilità e disponibilità per sederci assieme ai nostri clienti e trovare soluzioni anche per questo tipo di supporto. Non possiamo invece supportare chi decide unilateralmente di non pagare per la merce ricevuta.
8.Siamo sempre stati, e sempre lo saremo, iperdisponibili per test prodotto e formazione anche
in collaborazione con i nostri partner. Abbiamo infatti un programma chiamato “TRAIN TEST FEEL” che appunto prevede incontri di formazione, anche presso la nostra sede con visita dello stabilimento produttivo, e test destinati ai negozianti e ai loro clienti, sia italiani che esteri.
9.Concordiamo perfettamente con la risposta data dai negozianti. In Italia certe tematiche non sono ancora driver per l’acquisto dei prodotti. In altri Paesi europei invece questi temi sono già “caldi” e i negozianti stessi decidono i loro assortimenti anche in base a queste tematiche. Questo però è un tema troppo lungo a cui rispondere in poche righe… noi sappiamo che un’industria che prende materie prime e le trasforma non può essere “sostenibile”, e quindi, a prescindere dal mercato attuale e dal business più o meno alto che si può generare, AKU continua nella sua “azione responsabile” fatta di azioni concrete nel modo di operare. Come esempio posso citare: il calcolo dell’impronta di CO2 dei nostri prodotti attraverso la pubblicazione di
Impacto; pubblichiamo per ciascun prodotto le informazioni sull’origine delle componenti e raccontiamo nella sezione “Behind the Label” il nostro decennale rapporto di partnership con i nostri fornitori e pubblichiamo ogni anno il Bilancio di Responsabilità dove raccontiamo i nostri sforzi in questa direzione.
10.Dopo il record 2023, per il 2024 non prevediamo un aumento dei fatturati a causa del livello di
giacenze di prodotto e della situazione di incertezza attuale. L’aumento dei praticanti di sport outdoor porterà sicuramente un beneficio nei sell out e quindi, di conseguenza, da un lato assisterema al ritorno a livelli di stock fisiologici e dall’altra una probabile ricerca di prodotto
per riassortimenti. Vediamo il futuro in modo positivo.
11.Non amo dare “consigli”, tanto meno così generici, ma ovviamente con i nostri partner siamo
sempre aperti al confronto per costruire assieme le soluzioni migliori in qualsiasi momento e per qualsiasi necessità.
12. Siamo felici di essere qui a Riva per gli ORBDAYS, di “festeggiare” i 10 anni di questo
evento e le 10 nostre presenze. Ritengo però che, nell’interesse di tutti gli operatori – industria / distribuzione/ organizzatori – si dovrebbe fare uno sforzo per non moltiplicare eventi che sono dispendiosi in temini di tempo e risorse economiche per tutti gli attori coinvolti.
L’incontro “in fiera” è necessario, ma il numero eccessivo degli eventi non fa altro che rendere ciascuno di essi meno partecipato e interessante.
A pagina 16 e 17 di Outdoor Magazine 05 le risposte di Marco Busa, general manager Salewa, e Luca Salini, sales manager Crazy.