Con un buon quantitativo di orgoglio possiamo dire che l’Italia in molti campi ha tanto da insegnare e poco da imparare dagli altri Paesi. Con altrettanta onestà intellettuale, dobbiamo pur riconoscere che ci sono invece alcuni settori dove i modelli di riferimento sono altri. E conviene, se non copiare, perlomeno prendere spunto. Se parliamo di outdoor è ormai assodato come la Germania sia il Paese leader in Europa in termini di praticanti e fatturato, con circa il 25% della quota di mercato complessiva. Si stima che ben un tedesco su due (ci riferiamo quindi a oltre 40 milioni di persone) pratichi con più o meno regolarità una o più attività outdoor.
Seppur lontani da questa percentuale dobbiamo dire che questo traguardo non appare più così impossibile da raggiungere in un Paese come il nostro, nel quale persiste comunque un alto numero di sedentari (il 35% della popolazione). Se analizziamo infatti i dati aggiornati, recenti ricerche rivelano che sono quasi 21 milioni gli italiani (un terzo del totale) che praticano discipline outdoor in maniera continuativa o saltuariamente. Sulle statistiche e le specificità delle varie attività rimandiamo agli approfonditi speciali che stiamo realizzando ogni mese.
Dopo gli ampi focus dedicati al trail running e al climbing, è la volta del variegato mondo dei cammini. Backpacking, trekking, hiking, nordic walking o semplici passeggiate nei parchi cittadini. Dai camminatori più incalliti sui sentieri di montagna a chi percorre pochi chilometri nei contesti urbani, passando per i sempre più numerosi “pellegrini” che ripercorrono i sentieri dei più o meno noti cammini storico/religiosi. Solo quello di Santiago ha visto 160mila credenziali (il diario del pellegrino dove apporre un timbro in ogni tappa) rilasciate nel 2021, 100mila in più rispetto al 2020, ovviamente maggiormente condizionato dalla pandemia.
Un pubblico davvero variegato e ampio, che negli ultimi due anni è cresciuto in misura importante. Consolidando questo segmento come il più rilevante per il mercato outdoor, sia in termini di numero di praticanti che per numero di prodotti venduti. È fondamentale considerare l’ampio numero di neofiti, più bisognosi e desiderosi quindi di consigli da parte dei negozianti nella scelta corretta dei prodotti. Tra le tendenze emerse in misura evidente anche dalle nostre inchieste, la notevole crescita nella ricerca di calzature per camminare anche tra i negozi puramente running. Un’opportunità per gli stessi punti vendita ma anche un motivo di responsabilizzazione ulteriore per approfondire quali siano le varie tipologie di camminatori e le relative, differenti necessità.
Del resto l’importanza del negozio fisico viene nuovamente confermata dalla nuova puntata dell’inchiesta dedicata alle aziende. Le quali ribadiscono la volontà di consolidare il proprio rapporto con i dealer più tecnici e specializzati, con eventi, iniziative e servizi a loro dedicati. Da questo punto di vista c’è grande attesa per il ritorno di momenti strategici di incontro e confronto proprio tra brand e retailer. Come l’Accademia Outdoor Pro di Italian Outdoor Group e Assosport (ne parliamo a pagina 12). C’è curiosità poi per la nuova formula di OutDoor by ISPO, che torna a Monaco in un’inedita location dopo ben due anni di stop (12-14 giugno). Cresce l’attesa anche per l’evento ormai di assoluto riferimento per il mercato italiano outdoor e running che, visto il suo eclatante successo, sta producendo peraltro alcuni tentativi più o meno riusciti di imitazione. E, quando ti copiano, si sa, è un buon segno. Stiamo parlando ovviamente degli Outdoor & Running Business Days, che il 10-11 luglio nella consolidata location di Riva del Garda celebreranno l’ottava edizione. Con oltre 350 shop attesi e 100 espositori confermati. Numeri che, stavolta possiamo dirlo, neanche i tedeschi…