L’editoriale del direttore / Nuova CARICA, nuove prospettive

Best of the day Retail Turismo
3 Febbraio 2021

Tra espressioni colorite, nuovi propositi e ironici meme, molte persone hanno cominciato il nuovo anno con l’intento di dimenticare completamente il 2020. Al contrario, siamo convinti che gli scorsi 12 mesi non vadano cancellati dalla memoria. E possano costituire in realtà una risorsa preziosa dalla quale ripartire. Con rinnovato slancio e una nuova… carica. La stessa che, come di consueto, vi proponiamo sui primi numeri di Outdoor Magazine. Già, stiamo parlando della nostra attesissima “Carica dei 101”. Con altrettante domande a negozi specializzati, ai quali abbiamo chiesto proprio un bilancio a tutto campo dell’anno passato.

Le pagine seguenti ospitano la seconda puntata, dopo le prime interviste pubblicate sullo scorso numero. Ognuna da leggere, analizzare e gustare con attenzione. Troverete la conferma di trend che già conoscete ma anche nuovi spunti, idee, stimoli e punti di vista inaspettati. Oltre alle “temute” classifiche dei marchi più venduti nelle varie categorie, i brand rivelazione e molto altro. Anche da questa seconda parte dell’inchiesta emerge una situazione articolata. Il settore puramente outdoor, dopo le ottime performance di quest’estate, conferma un trend molto positivo anche nella stagione invernale, nonostante i vari divieti e le restrizioni ancora imposte dalla pandemia. Anzi, proprio alcuni di questi fattori hanno paradossalmente favorito la forte crescita di alcuni segmenti.

È ormai assodato che, complice una situazione di prolungata chiusura degli impianti sciistici senza precedenti nella storia recente, attività come scialpinismo, fondo, ciaspole e trekking invernale siano esplose. Tra gli abituali frequentatori della montagna, ma anche da parte di tanti neofiti. Con una ricaduta più che positiva sulle vendite di queste categorie di prodotti, in alcuni casi ormai esaurite nei magazzini di retailer e aziende. In molte regioni è difficile trovare pelli e materiali da skialp, impossibile addirittura nel caso delle racchette da neve. Di contro, gli scaffali abbondano di prodotti per lo sci alpino, per buona parte ancora invenduti. Almeno in attesa dell’agognata riapertura degli impianti, prevista per il 15 febbraio nel momento in cui scrivo questo editoriale.

In generale si registra una gran voglia di tornare a (ri)scoprire le attività all’aria aperta. Un desiderio forte che accompagnerà le persone nei prossimi mesi. Anche numerose guide alpine e operatori della montagna con i quali abbiamo parlato, del resto, lo confermano. Sarà quindi ancora più importante lavorare sulla diffusione di una cultura corretta nel frequentare e vivere la montagna, con il numero delle presenze destinato ad aumentare. Portando, si spera, anche un necessario sollievo economico delle località che, mai come questo inverno, hanno sofferto un calo drastico dei fatturati.

Analizzando più nel dettaglio il profilo dei nuovi utenti, emerge come questo spazi da un target di giovanissimi fino agli over 60. Molti orfani dei loro consueti habitat sportivi (come palestre, piscine, sport di squadra o di contatto). Con un’alta percentuale di donne. Tutti consumatori che, non conoscendo spesso in modo approfondito il prodotto tecnico, richiedono informazioni, consigli e consulenza. Un’occasione importante per i negozi specializzati. Anche l’online ha avuto un’ulteriore crescita (in una forbice del 10-40% a seconda dei casi). Ma emerge comunque come uno strumento complementare e non sostitutivo rispetto ai negozi fisici. Anzi, possiamo dire che in molti casi il Covid abbia favorito la riscoperta dell’importanza del negozio fisico quale anima dell’economia territoriale, il piacere del contatto umano, il valore aggiunto della professionalità al servizio dell’utente.

La tecnologia, se ben sfruttata, rimane comunque un asset fondamentale. Ha permesso a molti dealer di rimanere in contatto con i propri clienti. Molti dei quali hanno premiato la professionalità dei negozi e sono rimasti loro vicini anche nei mesi di chiusura. Un rapporto prezioso, come quello che lega i punti vendita alle aziende. Le quali non sono rimaste insensibili e – pur tra qualche eccezione – hanno a loro volta supportato gli shop con azioni concrete e posticipi dei pagamenti. In generale il 2020 è stato un bel banco di prova per misurare la consistenza e il valore delle reciproche partnership commerciali, permettendo magari anche di rivedere la gamma dei prodotti, le strategie e di rinnovare gli spazi all’interno dello store.

Certo, sarebbe sbagliato sottovalutare le note negative, che ci sono e in parte rimarranno anche a breve e medio termine. Pensiamo, per esempio, alla quasi assoluta assenza di eventi e gare. Linfa preziosa per il mondo dell’outdoor, ma anche in generale per l’indotto economico che portano sui territori. Tuttavia, se pensiamo a quali erano le prospettive di marzo-aprile e se proprio dobbiamo essere sinceri, l’anno del Covid non sarà certo ricordato come uno dei più negativi per il settore outdoor. Tutt’altro… sia in termini di risultati che di prospettive offerte per il futuro. (Piacevoli) effetti collaterali di un 2020 da (non) dimenticare.

(Credits foto © europeanoutdoorgroup.com)

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