La ricerca contro il Covid-19 sarà al centro del Black Friday di Zamberlan: il 15% dei ricavi delle vendite online del weekend del 27-29 novembre sarà devoluto alla Fondazione Città della Speranza, impegnata nella ricerca volta ad aprire nuove strade per la cura del virus e contribuire allo sviluppo del vaccino.
La lotta contro il nemico invisibile che ha sconvolto le vite di tutti, modificando abitudini familiari, sociali e lavorative, è come percorrere un sentiero senza alcun punto di riferimento, perché poche sono le informazioni ancora in nostro possesso e relative al comportamento del sistema immunitario in risposta al virus. Zamberlan crede nella ricerca e investire in quest’ultima è l’unico modo per poter offrire a tutti la possibilità di riappropriarsi della propria vita, degli affetti e delle passioni.
“Stiamo vivendo un momento difficile – osserva Stefano Galvanin, presidente della Fondazione Città della Speranza -. Purtroppo siamo estremamente deboli, perché conosciamo ancora poco questo nemico e il suo comportamento. Per questo la Fondazione ha voluto essere parte attiva, supportando questo progetto per aprire nuove strade per la cura”.

Fondazione Città della Speranza e il Covid-19
Lo studio innovativo contribuirà ad aggiungere conoscenze alla ricerca internazionale, suggerire nuovi approcci terapeutici e favorire lo sviluppo di un vaccino contro il Covid-19. Per fare ciò, la Fondazione Città della Speranza ha stanziato un finanziamento di 500mila euro, con l’obiettivo di verificare la “risposta immunitaria al Sars-CoV-2 nella popolazione veneta”, per capire quali siano le difese immunitarie efficaci contro il virus e perché esse vengano meno in alcuni pazienti. Analizzando i campioni di sangue di pazienti asintomatici, pauci-sintomatici e sintomatici sia pediatrici sia adulti, attraverso le più innovative tecniche di analisi, il progetto scientifico permetterà di valutare parametri specifici per giungere alla caratterizzazione della risposta immunitaria a SARS-CoV-2.
È la mancanza di informazioni riguardo al tipo di immunità che il virus genera il più grande problema legato alla pandemia in atto: alcune persone risultano asintomatiche mentre altre sviluppano lievi sintomi, ciò significa che il sistema immunitario ha reagito ed eliminato il virus. Purtroppo però dal 10% al 20% delle persone contagiate ha un decorso complesso, arrivando a volte a non farcela. In questi casi, il quadro clinico è di un’infiammazione generalizzata, poiché il sistema immunitario non è stato in grado di attivare da subito una risposta corretta, consentendo al virus di replicarsi pur rimanendo localizzato a livello polmonare. Di qui l’esigenza di approfondire l’analisi dell’infiltrato polmonare e il microambiente citochinico.
I bambini invece sembrano reagire meglio al virus: infatti il decorso dell’infezione è piuttosto leggero. Quali siano le cause della maggiore resistenza dei bambini non è chiaro, ma comprenderne i meccanismi potrebbe fornire un’importante chiave di lettura per lo sviluppo di terapie mirate. È molto probabile che ciò dipenda dal sistema immunitario più “giovane” rispetto a quello dell’adulto e alla presenza di una immunità parziale dovuta all’esposizione ad altri virus o ai vaccini.