Slow Fiber: la rivoluzione tessile made in Italy

Attualità Partnership Sostenibilità
9 Maggio 2023

Nasce Slow Fiber: una nuova rete creatasi dall’incontro tra Slow Food e sedici aziende del tessile italiano particolarmente virtuose. Un esempio concreto di un cambiamento positivo che passa da un processo produttivo sostenibile, volto alla creazione di prodotti sani, green, giusti e durevoli – rispetto della dignità della persona come della natura e del suo delicato equilibrio.

Slow Fiber

La cultura dello spreco nella quale siamo immersi ci porta a comprare troppo, a consumare più che mai: non solo in campo alimentare, con cibo che nemmeno arriva sulle nostre tavole, ma anche nel settore dell’abbigliamento e dell’arredamento, nell’ambito di quella che viene definita, a ragione, la fast fashion.
Questa la presa di coscienza dietro l’incontro tra Slow Food Italia e alcune note aziende del tessile del territorio nazionale. Con coraggio e spirito critico, è nato così Slow Fiber, un movimento la cui voce, oggi più che mai, squarcia il panorama di un sistema di produzione nocivo e inarrestabile. Un sistema in cui siamo intrappolati – sia come consumatori che come imprenditori.

L’associazione Slow Food da anni è impegnata a promuovere un cibo buono, pulito e giusto per tutti. Slow Fiber propone lo stesso percorso e gli stessi valori nell’ambito del tessile e dell’arredamento. Un approccio etico, giusto e misurato.

Le aziende

Slow Fiber si pone l’obiettivo di divulgare la conoscenza dell’impatto che i prodotti tessili hanno sull’ambiente, sui lavoratori della filiera e sulla salute dei consumatori. L’obiettivo è  diffondere una nuova etica e cultura del vestire e dell’arredare. In quest’ottica, il proposito di Slow Fiber è anche quello di ampliare il network, coinvolgendo e invitando aziende italiane e internazionali a unirsi alla rete per ampliare la portata dell’impatto di questo cambiamento rendendolo corale, forte e immediato.

Le aziende del tessile italiano che aderiscono già al progetto sono le seguenti:

Oscalito, l’Opificio, Quagliotti, Remmert, Pettinatura Di Verrone, Tintoria 2000, Angelo Vasino Spa, Olcese Ferrari, Tintoria Felli, Manifattura Tessile Di Nole, Holding Moda, Lane Cardate, Italfil, Pattern, Maglificio Maggia, Vitale Barberis Canonico.

Si tratta di intergenerazionali che vantano una storia importante nel settore della produzione vestiaria e dell’arredamento, che a oggi impiegano più di 1000 persone e raggiungono un fatturato complessivo di oltre 500 milioni di euro.

Il Manifesto

Le aziende fondatrici del network si sono autoregolamentate attraverso il Manifesto di Slow Fiber insieme alla creazione di specifici requisiti: KPI qualitativi e quantitativi e una propria tassonomia e responsabilità sociale (ESG, SDGs e GRI). L’obiettivo di questa autoregolamentazione è di allineare tutte le aziende del network a intraprendere o rafforzare i propri percorsi di sostenibilità e a supportare i nuovi aderenti.

È necessario un atto di volontà per ripensare il nostro posto nel mondo, per abbandonare un pensiero e un linguaggio predatori, a favore di una consapevole umiltà: quella che si prova di fronte a maestosi spettacoli naturali, di fronte ad un’intensa percezione di bellezza che ci fa presagire un senso di “giustezza” ha sottolineato Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia.

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