Come promesso e annunciato sul primo numero dell’anno, eccovi nelle prossime pagine la seconda e conclusiva puntata della nostra esclusiva inchiesta la “Carica dei 101”. Con altrettante interviste a una selezione dei più importanti negozi italiani. Dalla quale emergono molti elementi comuni e conferme rispetto a quanto già illustrato lo scorso mese. Innanzitutto un umore generale assai positivo da parte dei punti vendita (ben 40 su 54 si sono dichiarati pienamente soddisfatti). Che va di pari passo con l’aumento dei fatturati nel corso del 2021, in media cresciuti del 20-30%. Tanto che per alcune insegne, anche molto importanti, quello appena passato si è rivelato l’anno di vendita record in assoluto. Anche se – a onor del vero – c’è chi non è ancora tornato ai livelli pre-Covid. In secondo luogo, l’arrivo di una nuova clientela piuttosto variegata. Composta da sempre più giovani e famiglie, con il pubblico femminile in costante crescita. Tuttavia, rispetto al 2020 e anche agli anni precedenti, pare che persino i neofiti siano alla ricerca di prodotti di qualità superiore. Dimostrandosi più evoluti, consapevoli e informati. Ma comunque sempre desiderosi di consigli e supporto da parte del negozio, visto come luogo d’elezione nel quale ricevere servizi e consulenza. Elementi questi molto stimolanti per gli stessi retailer, proprio a detta di alcuni punti vendita.
Certo, al pari di quanto emerso nella scorsa puntata, non mancano alcune problematiche degne di nota. In primis la questione dei ritardi nelle consegne (da uno a quattro mesi), che riguarda in particolar modo le calzature. Anche per questo, in tanti hanno cercato di “giocare d’anticipo” negli ordini, aumentando le quantità di prodotto. Ma su alcune categorie ciò non ha impedito di avere più domanda che offerta. Altra questione sempre molto “calda” è quella delle vendite online. È in particolare il fattore prezzo quello attorno al quale si generano spesso malumori e mugugni da parte dei dealer. Con alcuni di essi che rivendicano un po’ più di attenzione nei loro confronti da parte delle aziende.
Tornando a guardare la metà (abbondante) del bicchiere mezzo pieno, da rilevare un deciso ritorno dei turisti nelle aree che in precedenza erano state più penalizzate dal Covid. Così come un aumento di interesse e richieste verso l’urban outdoor, con una crescente attenzione all’aspetto fashion e allo stile. Continua anche l’ottima congiuntura di alcune attività all’aria aperta, come lo scialpinismo, la camminata e il trail running. A quest’ultimo, peraltro, dedichiamo il nostro consueto speciale in allegato a questo numero. Con tante analisi e approfondimenti esclusivi. Un focus dal quale emergono due tendenze molto differenti ma, potremmo dire, complementari. Da una parte i veri praticanti della corsa off road. Tra questi molti cercano calzature e capi sempre più leggeri e performanti. Cresce al contempo il segmento delle scarpe per le ultra distanze.
Dall’altra il sempre più numeroso popolo dei camminatori: i quali, spesso, per le uscite meno impegnative e “tecniche” orientano il proprio acquisto proprio verso modelli nati per il trail o il running. È senz’altro anche grazie a questa tipologia di pubblico che il settore continua a crescere. Secondo uno studio di Grand View Research (che analizziamo alle pagine 4-5 del nostro speciale) il valore mondiale del mercato delle scarpe da trail running è di 5,3 milioni di dollari, con un’espansione media annua prevista di oltre il 6% fino al 2028. Buone nuove non solo per brand e negozi attivi nel trail running. Ma in generale per tutto il settore outdoor, che da questa platea sempre più vasta trae ulteriore nuova linfa.