A un anno e quattro mesi di distanza Patagonia non torna indietro, tantomeno cambia idea, e continua a sostenere la campagna “Stop hate for profit”. Diffusasi nel 2020, dopo la morte di George Floyd, tale iniziativa ebbe l’obiettivo di portare sempre più inserzionisti di Facebook a sospendere temporaneamente la pubblicità dei propri prodotti, nella speranza che il social network affrontasse attivamente il razzismo.
Oggi il ceo del brand americano, Ryan Gellert, ha diffuso su LinkedIn una lettera per specificare che, nonostante sia passato del tempo, il fine di Patagonia non è cambiato. Anzi, il boicottaggio continua affiché i social prendano coscienza di quanto le loro piattaforme siano veicolo di disinformazione e odio.
“Nel giugno 2020 Patagonia ha interrotto tutte le pubblicità a pagamento sulle piattaforme di Facebook, perché diffondono odio e disinformazione su temi come il cambiamento climatico e la nostra democrazia. Ancora oggi, dopo 16 mesi, continuiamo a sostenere il boicottaggio.
Questa decisione ha colpito duramente il nostro business e le organizzazioni non profit ambientali che sosteniamo, le cui campagne beneficiano della risonanza veicolata dai social media che noi finanziamo e utilizziamo. Ma abbiamo imparato ad adattarci. Siamo più intelligenti e attenti rispetto al modo in cui facciamo crescere la nostra comunità come risultato di questo stop alla pubblicità.
I documenti interni di Facebook rilasciati nelle ultime settimane hanno reso incredibilmente chiaro che i vertici conoscono il danno irreparabile causato ai loro tre miliardi di utenti dalla loro irresponsabilità e gli effetti corrosivi che essa ha sulla società stessa. Sanno quali misure dovrebbero adottare per mitigare tali danni, eppure hanno ripetutamente evitato di cambiare.
Crediamo che Facebook abbia la responsabilità di assicurarsi che i suoi prodotti non provochino danni, e finché non lo faranno, Patagonia continuerà a negare i suoi investimenti pubblicitari. Incoraggiamo altre aziende a unirsi a noi per spingere Facebook a dare priorità alle persone e al pianeta rispetto ai profitti”.Ryan Gellert, ceo Patagonia