L’editoriale del direttore / Le convergenze del trail running

Best of the day Trail running
30 Marzo 2021

Negli scorsi numeri abbiamo approfondito il tema dello scialpinismo sotto molteplici aspetti. Attraverso analisi, dati e inchieste esclusive, riprese peraltro anche da importanti media extra-settore. A emergere chiaramente è stata la grande crescita di questa attività, in una stagione invernale così unica e particolare per i motivi che tutti ben conosciamo. Una diffusione che da una parte ha riguardato un pubblico già evoluto, sia dal punto di vista della buona conoscenza dell’ambiente montano nonché della prestazione fisica (che certo lo scialpinismo richiede). Dall’altra, buona parte di coloro che hanno contribuito a “polverizzare” i magazzini di negozi e aziende sul fronte skialp e dintorni sono stati i neofiti, in assoluto o quasi. Magari anche discreti sciatori che mai o raramente avevano risalito con le pelli una pista o un pendio. E che proprio negli scorsi mesi lo hanno fatto con più continuità, soddisfazione e consapevolezza. Certo, molti di loro torneranno a prediligere la comodità degli impianti di risalita e la sola ebbrezza della discesa, ma alcuni (non pochi) non vorranno più rinunciare alla soddisfazione che regala una gita scialpinistica. Sia essa una semplice risalita ai lati di una pista per raggiungere in un’oretta il primo rifugio, così come un’impegnativa uscita in neve fresca con mille o duemila metri di dislivello.

Su questo numero, c’è un’altra attività outdoor che presenta con lo skialp e le due dinamiche, sopra descritte, un’interessante convergenza. Parliamo del trail running (oltre che della sua declinazione più “verticale”, vale a dire lo skyrunning e quella delle lunghe distanze, ovvero l’ultra trail). Non a caso a questa attività dedichiamo un intero e assai ricco speciale, cresciuto fino a diventare un vero e proprio numero a sé, che trovate pertanto come allegato di Outdoor Magazine n° 3. A comprovare l’ottimo momento che sta vivendo questo segmento è un’altra delle nostre inchieste. Nella quale aziende e negozi ben delineano i contorni di una congiuntura particolarmente favorevole. Tra vendite con crescite a due cifre (se non tre), una nuova e trasversale platea di (aspiranti) trail runner e un allargamento della distribuzione.

A proposito di quest’ultimo punto, ecco un’altra convergenza della corsa sui sentieri con la “sorella road”. Già, perché è pur vero che molti punti vendita outdoor specializzati hanno ampliato lo spazio trail, ma l’interesse maggiore spesso è giunto dai negozi running, finora concentrati maggiormente sulla strada e sulla pista, che iniziano a intravedere in questa disciplina un ottimo potenziale. Interessante a questo punto parlare della nuova utenza che si avvicina all’acquisto di una calzatura trail (ma anche di tutto quello che concerne abbigliamento, attrezzatura e accessori). Tanti i runner “tradizionali” che cercano nuovi stimoli e sfide, oltre che un più stretto contatto con la natura. Ma una parte consistente delle vendite è generata da una certa tipologia di camminatori. I quali, magari neppure correndo, prediligono tuttavia l’utilizzo di materiali tipici del mondo trail, per essere più leggeri e veloci. Ecco quindi un’altra convergenza (e sono tre) del trail con il settore walking & trekking.

Ce n’è perfino una quarta, la più “innaturale” e inaspettata, perlomeno se pensiamo allo stile e all’immagine del trail running degli esordi, molto radicale e di nicchia. Parliamo di quella con la moda e il lifestyle, in particolare per le calzature. Scarpe pensate per resistere a centinaia di chilometri di rocce e fango sono finite magari sotto i riflettori delle passerelle di alta moda. Prese a modello peraltro da celebri marchi fashion, che più volte in questi anni si sono ispirati alla scarpa da trail per le loro sneakers, più o meno discutibili (a cominciare dal prezzo). Senza contare il loro utilizzo urbano e quotidiano. Molti modelli trail, in particolare di alcuni marchi, sono utilizzati per una passeggiata in città o al parco, per andare in ufficio, per un’uscita in bici, come doposci e molto altro ancora. Del resto, anche nel caso del trail running l’utenza è sempre più varia e trasversale. E se per alcuni questa attività costituisce a tutti gli effetti uno sport nel quale la componente della performance è prioritaria, per tanti altri (sempre di più) può rappresentare altro: genuino desiderio aspirazionale, senso di appartenenza a una community, piacevole svago, divertimento, benessere o perfino sogno. Tutte cose delle quali, ultimamente, si ha tanto bisogno.

Benedetto Sironi – Editoriale Outdoor Magazine n° 03/2021 

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