Da novembre Elbec, azienda trentina produttrice di capi tecnici in lana Merino, ha detto basta agli imballaggi non biodegradabili, imboccando la strada del plastic free in tutte le fasi produttive, dalla scelta della materie prime alla lavorazione, fino alla spedizione.
“L’idea che la responsabilità gravi solo sul consumatore e non sulle imprese non è condivisibile”, spiega il fondatore Federico Sordini. “Siamo orgogliosi di questo traguardo, perché era un obiettivo che avevamo sin dall’inizio, ma che non era possibile raggiungere subito per un’evidente questione di costi”. Questo tipo di investimento, infatti, implica da una parte una riduzione dei ricavi, ma dall’altra dà un contributo tangibile all’abbattimento dell’impatto che i suoi prodotti hanno sull’ambiente. Un gesto che tutti dovrebbero avere il coraggio di compiere il prima possibile.

Adesso i materiali utilizzati per il packaging e i manufatti promozionali di Elbec provengono da fonti rinnovabili e sono al 100% riciclati, riciclabili e compostabili. Idem per i singoli prodotti, che sono spediti all’interno di una scatola in cartone, anch’esso riciclato e riciclabile e realizzato con uno speciale sistema di piegatura fatta a mano, che non fa uso della colla. Nel caso di invio all’interno di una busta, invece, vengono utilizzati contenitori in amido, biodegradabili in 90 giorni, da gettare nell’umido e nel compost, mentre gli adesivi sono in carta biodegradabile e possono essere buttati insieme agli imballaggi nel compost.
“Nessuna delle compagnie che effettuano spedizioni in Italia si assume l’onere di fornire imballaggi ecosostenibili”
denuncia Sordini. Tutti i corrieri, infatti, propongono buste in polietilene a bassa densità, materiali non riciclabili di categoria 4, che rappresentano una delle maggiori cause di inquinamento degli habitat marini e sono causa di soffocamento, avvelenamento e morte della fauna in quegli ecosistemi. Al contrario, Elbec si impegna anche a indicare un ri-uso alternativo delle proprie confezioni (segnalibri, fermacarte, cartine geografiche), sempre con l’obiettivo comune a tutte le sue azioni di ridurre al massimo e nella maniera più efficace l’utilizzo di materiale.
“Sappiamo di essere lontani dall’aver eliminato i prodotti plastici dalla totalità del nostro processo produttivo, ma cerchiamo di farlo dove la tecnica ci permette di farlo. L’impatto zero nella nostra attività è attualmente impossibile, ma possiamo cercare in modo onesto di avvicinarci più che possiamo all’obiettivo che ci siamo prefissati. In modo onesto, pulito e possibilmente con la consueta attenzione anche al design”, conclude Sordini.