La chiusura durante i week-end di tutte le superfici di vendita superiori ai 1500 mq e di tutti i centri commerciali, anche di quelli all’aperto che di fatto sono uguali alle vie dello shopping delle città, rischia di essere un provvedimento semplicemente mediatico, ma pressoché inutile per la tutela della salute dei cittadini, salute che viene prima di ogni cosa.
Inizia in questo modo, con una dichiarazione forte, il messaggio del presidente di Assosport Federico De Ponti circa la decisione varata dal Governo con l’ultimo Dpcm.
Tanto più che, così continua De Ponti, i centri commerciali sono da esempio per quanto riguarda il rispetto dei protocolli Covid. Nei centri commerciali infatti sono in vigore regole molto stringenti (sanificazione quotidiana, rilevazione della temperatura, mascherine obbligatorie e personale preposto al controllo) che non vengono rispettate, talvolta, per le strade delle città. Per non parlare delle persone, e in questo i Tg così come le denunce sui social hanno cavalcato la notizia, accalcate sui mezzi pubblici.
Le persone senza mascherina e accalcate vanno cercate altrove, non nei centri commerciali.
De Ponti ha dato il suo parere in merito alla chiusura, sottolineando che l’unico vero risultato di questo provvedimento assurdo sarà quello di mettere a rischio 1 milione di posti di lavoro: l’intero settore dei centri commerciali, incluso l’indotto, occupa 783.000 lavoratori. A questi vanno sommati tutti i posti di lavoro che andranno persi nelle aziende produttrici. Si rischia infatti di mettere definitivamente in ginocchio un numero importante di attività commerciali e industriali in affanno ormai da mesi. Affossare il retail, nel periodo più importante dell’anno per le vendite, significa affossare l’economia produttiva dell’intero Paese. I consumi, quelli sicuri come quelli effettuati in realtà controllate e ben presidiati, andrebbero favoriti, non penalizzati.
Mi auguro che tali provvedimenti non vengano portati avanti o che almeno vengano ammorbiditi, magari salvando almeno i retail park all’aperto (che di fatto sono come le strade delle nostre città) e i negozi di metratura più piccola all’interno dei centri commerciali.