Tutti, in particolare coloro che hanno letto “Malato di montagna”, il libro di Hans Kammerlander, ricorderanno il capitolo sulla sua straordinaria impresa, 27 anni fa, in compagnia di Hans-Peter Eisendle, quando in 24 ore concatenarono la parete nord dell’Ortles e della Cima Grande di Lavaredo in 24 ore coprendo la distanza tra Solda e Dobbiaco in mountain bike.
Sull’onda di quella impresa Simon Gietl e Vittorio Messini hanno ideato il progetto North3: tre pareti nord lungo percorsi tecnicamente impegnativi, 9.628 metri di dislivello e 391 chilometri a piedi, sugli sci e in mountain bike. I due alpinisti, un team già affiatato, hanno iniziato l’epica impresa a Solda (Alto Adige) il 27 maggio alle 19. Con un gran sorriso stampato sul viso, Simon e Vittorio hanno tagliato il traguardo dopo 47 ore e 16 minuti di spostamenti continui durante i quali hanno più volte pensato di lasciar perdere. Sulla parete nord della Cima Grande di Lavaredo sono dovuti tornare indietro, una decisione presa non a cuor leggero. Al traguardo, la Lucknerhaus ai piedi del Großglockner, l’orologio si è fermato a 47 ore e 16 minuti, dopo 391,4 chilometri e 9.628 metri di dislivello. I giovani alpinisti sono atleti professionisti, dall’ottima preparazione, metodici e altamente motivati: tutto quel che ci vuole per riuscire a conseguire i propri obiettivi. A piedi, in bici, scalando o sciando, sono riusciti a mantenere il buon umore nonostante il maltempo.

Il primo obiettivo
Soltanto quattro ore dopo aver lasciato la base dell’Ortler (3.905 m) a Solda il 27 maggio alle 19, il meteo gli ha voltato le spalle. Poco dopo aver iniziato a scalare la parete nord dell’Ortler, il duo si è trovato ad affrontare la prima decisione difficile: “Nevicava abbondantemente. Stavano cadendo delle piccole valanghe. Volevamo fermarci un attimo a riflettere. Poi, grazie a Dio, la neve ha smesso di cadere e abbiamo deciso di proseguire”, racconta Simon Gietl. Alle 00:35 hanno raggiunto la vetta e hanno avuto come ricompensa un’ora di discesa in sci su neve polverosa. Dopo una breve pausa, Gietl e Messini hanno inforcato le biciclette alle 3 del mattino. Il maltempo continuava a non dar loro tregua. Lungo i 246 km del percorso dallo Stelvio via Bolzano e attraverso le Tre Cime di Lavaredo, hanno dovuto lottare contro il freddo e la pioggia battente.
Dalle Lavaredo alla vetta dell’Austria
Alle 19 del secondo giorno, Simon e Vittorio hanno raggiunto la parete nord della Cima Grande. Al terzo tiro hanno dovuto prendere l’ardua decisione di tornare indietro a causa del meteo. Il duo ha scelto invece di scalare la via Comici (nota come lo Spigolo Giallo) sulla parete sud della Cima Piccola, meno esposta al maltempo. Un’ora e mezza più tardi hanno raggiunto la vetta della Cima Piccola (2.856 m). Il percorso in bicicletta fino a Heiligenblut, il punto di partenza per la parete nord del Großglockner (3.798 m), si è rivelato estenuante, ma l’obiettivo era ormai a portata di mano. Nella nebbia, e dopo una lunga ricerca dell’accesso al percorso, intorno alle 16:00 del 29 maggio hanno raggiunto la vetta più alta dell’Austria dalla parete nord, lungo la “Mayerlrampe”, prima di iniziare subito l’ultima discesa verso valle.

Alpinisti a 360°
Un progetto in perfetta sintonia con il mondo di praticanti a cui il brand Salewa, vuole rivolgersi come target primario, i cosiddetti progressive mountaineer, che frequentano la montagna tutto l’anno mixando talvolta attività diverse, come, in questo caso alpinismo in quota su pareti di ghiaccio, scialpinismo, trasferimenti in bici, e salite di roccia tecniche.